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- arts & words place -

22 dicembre, 2006

Il dovere e il suo senso secondo Gropius



"Qualsiasi professione abbiate scelto, il vostro senso del dovere
riguardo al compito che vi siete proposti, deve essere così profondo
da non distogliervi mai più dalla linea di condotta iniziale.

Ciò nonostante, può accadere che l'incarico che vi è stato dato vi sia
tolto.

In tal caso dovrete dimostrare abbastanza pazienza da poter
aspettare a svilupparlo di nuovo.

Agite come se la vita umana non avesse fine e fate piani che guardino al futuro. Soltanto così vi sentirete responsabili senza limiti di tempo ed il fatto che voi
possiate o no vederne i risultati non dovrà mai sfiorare il vostro
pensiero.

Se la vostra contribuzione è stata vitale ci sarà sempre
qualcuno che potrà continuare quello che voi avete realizzato e questo
sarà la vostra partecipazione all'immortalità".

words: W. Gropius, Bauhaus

image: Paul Klee, 1923

concept: mathexa


12 dicembre, 2006

Il Caravaggio e il dolore nell'arte fino al sublime

L'arte (e la comunicazione con lo spirito) nasce dal dolore o dalla noia, dall'istinto o dalla ragione.
Nel primo di questi casi, attraverso la narrazione del dolore, l'uomo-artista manifesta un desiderio di vendetta contro dio.
L'arte, l'opera d'arte e la sua creazione, diventano reazione al male, al destino e alla difficoltà di capirne le ragioni, le cause, gli effetti.
L'artista è dunque in dialogo (spesso senza risposta) con lo spirito, attraverso la propria sofferenza.
Finisce così per rappresentare questo teatro dialettico.
Certo, in molti casi, il frutto rappresentato di questo dialogo è necessariamente nascosto dall'allegoria, dal mito, dall'episodio simbolico.
Il filtro è causato dalla committenza, che concepisce e vuole l'arte come scambio, e non si cura degli stati d'animo dell'artista, ma si preoccupa di costruire i propri sulla rappresentazione di quelli del padre dell'opera.
Anche il mero fruitore adotta la stessa prospettiva: succede ogni volta che guardiamo un quadro, un video, una scultura, la televisione.
Così l'artista per esserne stato richiesto (e per abitudine di linguaggio) "maschera" il proprio dolore dietro i simboli, la storia, le leggende, la bibbia.
C'è da dire che Caravaggio non nascondeva molto bene la propria anima.
Mi sembra una delle ragioni per cui oggi ha un nuovo strepitoso successo e venne dimenticato negli scantinati dal classicismo.
Che aveva un'altra idea del sublime.
VNZ.

01 dicembre, 2006

007 - james bond, i suoi figliuoli e il vasto pubblico



007 - James Bond

Chi più di lui incarna i sogni e gli stereotipi di milioni di "maschi" all over the world?

Hanno scritto saggi, tesi, montagne di parole per analizzare, commentare, il mito e il fascino di JB, che non a caso è diventato testimonial assai consapevole di marchi in variegate gamme di prodotti, dagli orologi all'aperitivo.

Ma la cosa che rende affascinante, oggi, James è il suo essere archetipo, qualcosa di molto più che un personaggio ben riuscito.

Un personaggio che prescinde più dagli stessi film o romanzi che ne conoscono le azioni che non dagli attori che lo hanno rappresentato, di volta in volta.

Personalmente siamo affezionati a sean, anche se per altre ragioni in questa sedesi dovrebbe prediligere Roger (moore) che, definizione di Verdone, assomigliava a -'n'armadio che recita-.

La cosa meno bella è il fatto che il cinema e questo tipo di letteratura pop ha finito per influenzare, anche in modo serio, la realtà e le istituzioni.

I personaggi e le note e tristi vicende di questi giorni ci presentano spie o, peggio, aspiranti tali - russe, inglesi e nostrane che suscitano sorrisi.

Ma, come hanno scritto bene Bonini e D'Avanzo su Repubblica alcuni giorni fa, non dovremmo ridere di tutto questo, ma di noi stessi e di tutto quello che ci rappresenta socialmente e di quanto credito diamo a tali spy stories e ai personaggi che le incarnano.

ein prosit (con l'olivetta)

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