OBLIQ

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01 dicembre, 2006

007 - james bond, i suoi figliuoli e il vasto pubblico



007 - James Bond

Chi più di lui incarna i sogni e gli stereotipi di milioni di "maschi" all over the world?

Hanno scritto saggi, tesi, montagne di parole per analizzare, commentare, il mito e il fascino di JB, che non a caso è diventato testimonial assai consapevole di marchi in variegate gamme di prodotti, dagli orologi all'aperitivo.

Ma la cosa che rende affascinante, oggi, James è il suo essere archetipo, qualcosa di molto più che un personaggio ben riuscito.

Un personaggio che prescinde più dagli stessi film o romanzi che ne conoscono le azioni che non dagli attori che lo hanno rappresentato, di volta in volta.

Personalmente siamo affezionati a sean, anche se per altre ragioni in questa sedesi dovrebbe prediligere Roger (moore) che, definizione di Verdone, assomigliava a -'n'armadio che recita-.

La cosa meno bella è il fatto che il cinema e questo tipo di letteratura pop ha finito per influenzare, anche in modo serio, la realtà e le istituzioni.

I personaggi e le note e tristi vicende di questi giorni ci presentano spie o, peggio, aspiranti tali - russe, inglesi e nostrane che suscitano sorrisi.

Ma, come hanno scritto bene Bonini e D'Avanzo su Repubblica alcuni giorni fa, non dovremmo ridere di tutto questo, ma di noi stessi e di tutto quello che ci rappresenta socialmente e di quanto credito diamo a tali spy stories e ai personaggi che le incarnano.

ein prosit (con l'olivetta)

2 Comments:

At dicembre 04, 2006 9:24 PM, Anonymous Anonimo wrote...

purtroppo noi Italiani abbiamo solo James... Bondi, archetipo dell'insulso urlato, del vuoto pneumatico, nonchè Guzzanti e Scaramella (di Polonio Monzese), con Renato Farina, alias agente Betulla al soldo del Sismi... Proviamo a sorridere un po'...

 
At dicembre 05, 2006 9:31 AM, Blogger the OBLIQ project wrote...

Infatti, ciò che fa riderer non è la storia in sè, ma i vari personaggi e il credito che tutti, dalla stampa al bar sotto casa, diamo a notizie che sono solo la manifestazione più evidente di uno sgascio (tengo "sgascio" al posto di sfascio, mi sembra più decadente) morale che ormai non ci fa più distinguere cosa è giusto e cosa è sbagliato (perchè la distinzione, intesa insenso laico e non cattolico, c'è e occorre esercitarsi per riconoscerla) neanche fossimo fanciulli impuberi.

 

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