OBLIQ

- arts & words place -

28 giugno, 2006

ITALIA MONDIALE



Tutto questo prima o poi finirà...non solo il mondiale, che come un virus attanaglia anche le persone meno propense alla mistura di idiozia follia passione angoscia gioia che solo il calcio - bello o brutto che sia - riesce a dare...
Non solo il calcio, del resto, offusca le menti, ma anche la cronaca che diventa gossip, il caldo che diventa notizia, il referenduma del cui esito si parla nell'intervallo di una partita.

Quanto siamo morbosi, quanto siamo folli...quanto pecore e quanto capri espiatori...?
lo so, forse questi pensieri sono determinati proprio dall'odierna astinenza da calcio (niente partite, ma doveva succedere prima o poi)
Intanto venerdì l'italia si fermerà, e per ore prima della partità si parlerà del piccolo trotto di del piero e ci si chiederà, del tutto retoricamente, se totti debba o no giocare per novanta minuti.
Gli ucraini ci aspettano, ma il vero obiettivo sono i crucchi.

scusate il repentino cambio di passo

2 Comments:

At luglio 03, 2006 6:32 PM, Anonymous Anonimo wrote...

«Il calcio è l'ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l'unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro».
Il gioco del calcio è lo sport nazionale per eccellenza non solo in Italia; l'unico che unisce in un comune sentimento di entusiasmo e partecipazione tutte le fasce sociali e che riesce a tenere desta l'attenzione ben prima e ben dopo l'ora e mezza di durata della partita. Che sia il mezzo televisivo o la visione diretta a comunicare le immagini del gioco, l'eccitazione del pubblico si mantiene sempre a un livello molto alto e la tensione quasi mai si acquieta con la fine del gioco ma lo trascende e ha modo di scaricarsi nelle strade cittadine, coinvolgendo anche chi l'incontro agonistico non l'ha seguito. È un gioco che, proiettato oltre gli stadi ufficiali, si reinventa quotidianamente nelle migliaia di campi sportivi più o meno improvvisati, nelle scuole e nei cortili delle case, ovunque si ritrovino un gruppo di ragazzi intorno a un pallone.

Registrare questo fenomeno, con spirito di partecipazione, con la serena ottica dell'interesse culturale, con l'acuta indagine della curiosità è la sfida che hanno lanciato, nel tempo, giornalisti, fotografi, sociologi, filosofi, pittori, scultori e anche letterati.

Pierpaolo Pasolini

 
At luglio 05, 2006 6:59 PM, Blogger the OBLIQ project wrote...

grazie per le parole inviate, siamo d'accordo con il Poeta...
quello che non ci piace è la liturgia ossessiva, il giornalismo pattume, l'isterismo, gli altari repentini, la polvere senz'appello...

 

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