OBLIQ

- arts & words place -

23 dicembre, 2005

illustrazione: l'arte è una parte



Quanto è parte?

Viniz (2005)

2 Comments:

At dicembre 24, 2005 11:22 PM, Anonymous Anonimo wrote...

Buongiorno Vinicio e Ignazio.
Ogni tanto trovo vostri messaggi in mail e nel blog e sappiate che vi penso sempre!
Anche voi comparite nella mia lista di link nel blog.
L'illustrazione è una parte dell'arte oppure la parte dell'arte è illustrazione o l'arte è illustrazione in parte o l'illustrazione è arte in parte?
Nessuno di questi?
L'illustrazione è forse arte.
Il problema è cos'è l'arte...
Non voglio dilungarmi molto su questo punto perchè sarei noiosa, essendo io di parte ( di arte?).
Ma vorrei lanciare una sfida.
Perchè l'arte dev'essere sempre semiseria e lillustrazione sempre semibuffa?
L'arte mi sembra si prenda sempre di meno in giro e l'illustrazione lo fa un pò troppo spesso.
Perchè si danno in tutte e due i casi troppe cose per scontato?
E vi chiederete come mai a Natale io sia qui a parlare di queste cose invece di strafogarmi.
Chi decide cosa è arte e perchè trionfa spesso il cattivo gusto quello proprio di bassa lega???
Perchè l'appellativo "artista" mi sta così sulle palle?
E sempre di più sembra che ci si senta "artisti" e non artigiani?
E poi perchè la parola artigianosembra così sminuitiva rispetto alla parola artista?
La risposta a tutto questo è una sola, come mi disse oggi la Mariangela: Dalla lettera di S.Paolo apostolo ai dentisti:"Carissimi,...!"

 
At dicembre 26, 2005 1:09 PM, Blogger the OBLIQ project wrote...

Ciao chiara, il problema è che, personalmente, ho sempre più difficoltà a dare risposte a domande come queste.
L'appellativo "artista" assume un'identità sempre più vicina a quella di "manager".
d'altra parte (è scomodo e pericoloso dirlo, ma forse si avvicina alla verità) un artista oggi è, in assenza di mecenati illuminati o di movimenti con solide basi estetiche o quantomeno ideologiche, fondamentalmente solo. deve stare in piedi con le proprie forze e se ha urgenza di comunicare qualcosa deve trovare il modo di farlo. E farlo costa.
Forse per questo l'arte è sempre meno collegata all'anima e sempre più collegata alle mode del momento (vedi l'incomprensibile successo della beecroft). Ai mecenati e ai protettori si è oggi sostituito il mercato, impersonato da galleristi, riviste, pubblicità, etc.
La conseguenza è che:
1)oggi l'artista è e sempre meno libero,al di là delle apparenze.
2)l'arte non ha più un ruolo centrale, non è più imprescindibile.
3)Anch'essa è diventato un prodotto, come un paio di scarpe, come un maglione.
Forse per questo sempre più, oggi, l'arte è una parte (del mercato).
p.s.: sono parole scritte di getto, forse superficiali e sicuramente piene di luoghi comuni, ma non è il mio ruolo nè la mia aspirazione, dare risposte, preferisco romepermi le scatole col dubbio.
Del resto, poi, cosa si può pretendere dopo il gozzoviglio natalifero?
Ciao!
V.

 

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